Manoscritti

I principali fondi d’archivio conservati alla Biblioteca Maldotti furono descritti nel 1934 dal novellarese Aldo Cerlini all’interno dell’opera Inventari dei Manoscritti delle Biblioteche d’Italia edita dall’Olschki e diretta da Albano Sorbelli (vv. LXIII-LXIV).
Il più consultato è sicuramente l’Archivio Gonzaga (97 pezzi, 1495-1806), contenente le carte relative alla famiglia che governò Guastalla tra il XVI e il XVIII secolo.
Il Fondo Cani (109 pezzi, 1551-1872) contiene i documenti che l’ingegner Giulio Cesare Cani (1754-1834), nipote, nonché esecutore testamentario di Marcantonio Maldotti, raccolse nel corso della sua vita ed attività professionale.
Il Fondo Davolio Marani (34 pezzi, 1432-1847) prende il nome da chi, a inizi Novecento, donò questa raccolta di documenti gonzagheschi alla Biblioteca Maldotti: il signor Bernardo Davolio Marani di Fabbrico (m. 1907 ca.) , cultore di memorie storiche ed uomo politico.
Il Fondo Carlo Galvani (1802-1869) (143 pezzi, 1486-1868) è composto da manoscritti di carattere letterario, trascrizioni di memorie patrie, cronache, notizie metereologiche del passato: da segnalare, in particolare, un manoscritto del 1486 intitolato Itinerario al Santo Sepolcro di Antonio da Crema.
Il Fondo Provenienze Varie (48 pezzi, 1191-1949) risulta estremamente eterogeneo non solo per provenienza dei documenti, ma anche per datazione e argomento delle carte: per citare qualche esempio, si trova una pergamena del 1191 in cui Enrico VI, figlio di Federico I Barbarossa, fa riferimento alle terre guastallesi; c’è poi un prezioso codice miniato della Farsalia di Lucano databile al XV secolo e commentato da due umanisti; di notevole interesse è pure una collezione d’autografi raccolti nel XIX secolo tra cui spiccano le firme di Annibal Caro, Aldo Manuzio, Ludovico Antonio Muratori, Giambattista Bodoni, Silvio Pellico, Niccolò Tommaseo, Eleonora Duse, Giuseppe Verdi e tanti altri (un autografo di Torquato Tasso è invece conservato all’interno del già citato Archivio Gonzaga).
Sempre da Aldo Cerlini fu riordinato l’Archivio Storico del Comune di Guastalla (669 pezzi, 1491-1896), descritto nell’Inventario di carte e Archivi comunali del Reggiano (Reggio Emilia, Tip. Moderna U. Costi, 1935) e conservato in Maldotti dagli anni ’30 del Novecento.
Dopo l’opera di complessivo riordino eseguito nel 1934, il patrimonio archivistico maldottiano si arricchì, nel tempo, di nuove carte.
Nel 1937 entrò in Maldotti l’Archivio Rufo Paralupi (1876-1937) (11 pezzi, sec. XX), letterato, critico d’arte, uomo politico, nonché presidente dell’Associazione Guastallese di Storia Patria agli inizi del Novecento.
Un secondo Archivio Paralupi, proveniente da un altro ramo della stessa famiglia, entrò vari anni dopo, nel 1975: si tratta dell’Archivio dell’ingegnere Giuseppe Valente Paralupi (1895-1963) (12 pezzi, secc. XVII-XX).
Tra 1942 e 1943 arrivò in Maldotti il Fondo Mossina (107 pezzi, sec. XX): Aldo Mossina (1887-1941), guastallese, fu avvocato, ma anche studioso e storico locale. Egli dattiloscrisse le più importanti cronache manoscritte presenti in questa biblioteca, oltre a molti documenti dell’Archivio Gonzaga di Guastalla ora conservati a Parma, Mantova e Milano.
Tra 1981 e 1982 pervenne l’Archivio delle Opere Pie di Guastalla (1201 pezzi, 1528-1959) contenente le carte relative alle istituzioni guastallesi di assistenza (Patrimonio dei Poveri, Monte di Pietà, Ospedale, Granaio della Beata Vergine del Popolo, Ospizio dei Mendicanti-Bertoluzzi, Ospizio Fracassi, Orfanatrofio Bennati, Ricovero Paralupi Fiorani).
Negli anni ’80-’90 del Novecento arrivarono invece il Fondo Gualdi Bisini (7 pezzi, secc. XVIII-XX), l’Archivio Asilo Maria di Piemonte di Guastalla (13 pezzi, 1846-1972), l’Archivio dell’ing. Alberto Paglia (74 pezzi, 1920-1964) e l’Archivio della Digagna di Guastalla (201 pezzi, 1520-1945).
Non va dimenticato infine l’Archivio dell’ente Biblioteca Maldotti (secc. XVIII-XXI), che documenta l’attività di questa istituzione culturale dalle origini fino ai giorni nostri.
Dal 2004 la Biblioteca Maldotti partecipa a CastER, progetto di censimento degli archivi storici dell’Emilia Romagna (http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/).