Fondo librario antico

Il nucleo originario e principale della Biblioteca Maldotti è costituito dal fondo librario antico. Il lascito del fondatore consiste in circa 5.000 volumi stampati principalmente nel XVI e nel XVIII secolo riguardanti vari argomenti (dalla letteratura alla storia, geografia, giurisprudenza, matematica, idraulica). Questo nucleo è stato sapientemente aumentato, in particolar modo nel primo secolo di vita dell’istituzione, sia con acquisti, sia con lasciti di persone sensibili e consapevoli dell’importanza di una biblioteca pubblica in una piccola ma storica città come Guastalla.
Anche gli studiosi di origine guastallese che vissero lontani dalla loro città di nascita cercarono sempre di lasciare presso la Biblioteca un segno tangibile del loro attaccamento a questa istituzione. Così fecero, tra gli altri, Filippo Bacchi che nel 1829 donò un Nuovo Testamento scritto in cinese in 8 volumi e Pietro Fiaccadori (1791-1870) che nel 1835 donò 84 opere da lui stampate.
Il primo incremento di una certa rilevanza risale all’acquisto, avvenuto nel 1812, delle librerie delle congregazioni religiose guastallesi soppresse. A questo seguirono lasciti di persone private. Di particolare rilievo la libreria del padre Carlo Maria Traversari (m. 1818), primo bibliotecario della Maldotti, quella del suo successore Luigi Coppi (m. 1847) , del nobiluomo luzzarese Rufo Paralupi (1876-1937) e del canonico Vincenzo Bianchi.
I testi conservati sono per la maggior parte di argomento letterario, morale e religioso, pur non mancando ampie sezioni con interessanti edizioni di tipo giuridico, matematico, geografico e medico.
Lo stesso Marcantonio Maldotti teneva particolarmente ai testi di medicina, come risulta da alcuni carteggi in cui il sacerdote guastallese esprime il desiderio di accrescere il numero di testi medici presenti nella sua biblioteca privata.
Dopo la morte del Maldotti, tale desiderio venne esaudito: dal 1850 confluì in questa biblioteca il cospicuo lascito (382 volumi) degli eredi del dottor Domenico Zanichelli (m. 1850) . In seguito altre 200 opere di medicina furono acquistate dal fisico Giuseppe Manfredini (m. 1851). Una successiva donazione, fatta da Giovanni Scaetta nel 1862, arricchì ulteriormente la raccolta.
Tra i libri antichi figurano una ventina di incunaboli, alcuni decorati con splendide miniature come il Missale Romanum, Bernardius Borgomensis, Georgius Mantuanus et Paganinus Brixiensys, 1483.
Le edizioni del XV sec. sono descritte nel volume: Notazione bibliografica degli incunaboli conservati nella Biblioteca Maldotti di Guastalla, (a cura della Scuola di bibliografia Italiana, Reggio Emilia, 1932).
Si contano circa 2.000 cinquecentine, di cui 72 lasciate dal Maldotti, 66 provenienti dalle biblioteche degli ordini religiosi soppressi e numerose presenti nella Biblioteca del Seminario di Guastalla, qui depositata dal 1985. Tra le edizioni del XVI sec. sono da segnalare le opere stampate da Manuzio, quelle dei Giunti di Firenze e dei Viotto di Parma.
Per quanto riguarda i restanti volumi antichi a stampa, circa 30.000, è da rilevare la presenza di molti libri rari e di pregio, in particolare un’edizione settecentesca dell’Éncyclopédie di Diderot e d’Alembert completa di tavole in rame e le cosiddette “Bodoniane”.
Un notevole numero di opere stampate da tipografi guastallesi tra il CVII e il XVIII sec. testimonia la vivacità culturale della piccola capitale gonzaghesca.
Al primo catalogo manoscritto della libreria, steso nel 1862 da Giuseppe Lusi in 4 volumi, ha fatto seguito un catalogo dattiloscritto sul modello Staderini completato nel 1932 ed ancora in uso.
La Biblioteca Maldotti partecipa al censimento nazionale Edit16 a cura dell’ICCU.
É attualmente in corso la catalogazione informatica.