Ricerca a cura di Maria Vittoria Vinsani Tagliavini
MONTAIGNE
Michel Eyquem, il suo nome “d’arte” diventò Michel de Montagne, quando il padre d’origine portoghese acquistò il castello di Montagne nel Perigord, che diventò la sua dimora, la cui famosa tourelle sarà il suo rifugio, dove riceverà personaggi importanti, fra cui il re di Francia.
Come ricevesse i suoi ospiti è una storia interessante sulla quale la casa editrice “Adelphi” ha creato un libro.
Per ragioni di salute, egli viene in Italia, più precisamente in Toscana, per curarsi con acque salutari. A Venezia, noterà con stupore che non vi sono cavalli, bensì barche che trasportano merci e persone; inoltre noterà altresì, che la bellezza delle donne veneziane non è paragonabile ed all’altezza di tante altre donne europee.
A Ferrara, ammira l’eleganza della città , viene ricevuto da Alfonso d’Este, e rimarrà colpito dalla giovanissima moglie Lucrezia Borgia.
A Roma, scenderà alla Locanda dell’Orso. La campagna romana lo colpisce silente, ricca, antica; i nobili che avvicina fanno sfoggio di una vera eleganza, le donne sono tutte belle. Visita la Biblioteca Vaticana, vede scritti di Seneca e di Virgilio. Si trova nel bel mezzo del carnevale, che egli descrive accurato, tovaglie splendide, cibi raffinati; e gli uomini che servono le signore. Visita varie chiese fra cui San Giovanni di Porta Latina, dove assiste al matrimonio fra uomini. Visita il nuovo San Pietro. Siamo in aprile e scrive “Rose e carciofi” nel suo “journal”, scriverà mi sono adoperato, impegnandomi tutti i miei 5 sensi per meritarmi il titolo di cittadino romano.
Dopo però, riceverà la carica di sindaco di Bourdeax : deve rientrare in Francia.
Scriverà questo diario in Italia in italiano, passato il confine lo continuerà in francese.
STENDHAL
Dopo l’avventura napoleonica, Stendahl compie questo “tour”, scrive un libro “Rome, Naples, Florence, : è un itinerario bello, a volte superficiale, spesso frettoloso.
Le sue osservazioni sono acute e pungenti.
Milano lo conquista “Ho sete di musica” Il teatro alla Scala colmerà questa sua sete.
E’ il bel mondo milanese ch’egli frequenta : “E’ il Dante del ‘700”, scriverà. Descrive pure la bellezza e il fascino delle donne milanesi, rimproverando alla pittura questa mancanza – Considerando i grandi nomi del passato egli scrive “mentre nel 1496”, Leonardo faceva il canale che unisce l’Adda al Ticino, noi eravamo ancora dei barbari, come tutto il Nord.
Conosce pure Silvio Pellico “Che uomo triste”, scriverà e padre Affò bibliotecario a Parma, il quale gli sottoporrà il suo libro “Ragionamento sopra una stanza, dipinta dal Correggio nel monastero di monache benedettine di S. Paolo a Parma –
Parma lo ispira nella sua opera “La Certosa di Parma”, il teatro Farnese lo conquista per la sua bellezza e in particolare per l’acustica “superba”.
E’ bello vivere in una cittadina di provincia ma piena di storia! Esalta il patriottismo di Reggio Emilia che paragona a quello alsaziano, mentre a Bologna vedrà la “S. Cecilia” di Raffaello appena rientrato da Parigi dopo le requisizioni napoleoniche. A Rubiera visitò un castello dei gesuiti, mentre a Correggio vedrà nella fisionomia delle donne, le Madonne del Correggio A Firenze è nata “la sindrome Stendhal a S. Croce – Sulla strada per Roma, alloggerà a Terracina in un magnifico albergo, costruito da Pio VI “un papa che sapeva regnare”. A Roma, assiste a cerimonie in S. Pietro, resta colpito dalla magnificenza. E’ ospite del banchiere Torlonia, duca di Bracciano. La campagna romana lo colpisce, classicità evidente, ponti acquedotti disseminati in modo ordinato.
Nel suo viaggio, si spingerà verso il Sud; le sue sono impressioni di un turista un po’ frettoloso.
GOETHE
Viene in Italia con tanta cultura classica, frequentando varie università, conobbe quasi tutti i filosofi e scrittori del suo tempo. Ministro delle foreste del piccolo stato di Weimar s’interessa dal punto scientifico di miniere di scienze agricole, di economia. Fu scienziato con varie scoperte, riconosciute da varie Accademie tedesche e francesi. Fu romantico di cultura classica, Rousseau lo incantava, si commuoveva nell’ascoltare musica italiana (non aveva neanche quarant’anni) “Il nostro grande Cimarosa” L’Italia e la Sicilia lo conquistarono ; nel suo “Italienische Reise” vi descrive le sue emozioni, sempre controllata però –
“Io povero uomo del Nord” “Dipingeva con le parole” scriverà il dott. Seliweitzer nel suo libro. Le impressioni che ricava da questo Tour sono infinite , profonde, straordinarie – Lo stile che ammira è solo lo stile classico, è la classicità di queste terre benedette, gli stili intermedi non lo interessano ; dall’antico passa al barocco, ma quello “classico”. Ad Assisi, per esempio, vedrà solo il Tempio di Minerva, richiamandosi al disegno di Palladio – Quindi, Roma sarà la città che lo rapirà davvero, dopo aver vissuto in Sicilia, l “antichità omerica” pensando di scrivere un Poema epico “Nausica” che non farà –
Scenderà nella stessa locanda, occupata da Montaigne “Locanda dell’Orso” per poi affittare un appartamento, Via del Corso 18 (davanti a Palazzo …. Ora museo – Dopo il soggiorno A Napoli e Sicilia, resterà a Roma un anno – Conoscerà personaggi e scrittori. “L’ultimo anno l’ho vissuto da patrizio romano” scriverà a Herder Vivrà per qualche tempo, ospite di un antiquario – a Villa Torlonia – Frequenterà il principe….., nipote di Papa Gregorio XIV Il suo “Italienische Reise” termina con il carnevale di Roma, raccontato in modo brioso e vivace con una posa fluente, oserei dire moderna. Nelle ultime pagine si sente il dolore di lasciare Roma, è una vera sofferenza anche per chi legge – La sua è sempre stata la sua campagna preferita – L’ultima sera dopo esser rientrato in fretta, perché preso davanti al Colosseo da brividi insopportabili è la luna, protagonista principale, che illumina i monumenti, crea una atmosfera che gli farà ricordare “ l’ode dell’Esilio di Ovidio “Cum repecto nocte”. Ovidio parla di Roma come della sua patria e del luogo che sarà per lui “ l’esilio ” , Goethe farà lo stesso, poiché la sua patria è Roma e il suo paese natio, l’esilio.
Nota 1
Si trova la copia del quadro fatto da Tischbein di Goethe seduto davanti la campagna romana – L’originale è a Weimar.
UN PENSIERO SU GOETHE DI ALBERT SCHWEITZER
“Nessuno può fornire un immagine completa di una altro uomo così grande ed universale quale fu Goethe – Per parte mia, ho cercato di comprendere nel suo essere e nel suo operare, come un uomo che agisce e sono stato profondamente colpito non soltanto dalla ricchezza del suo spirito ma anche dalla profondità, dalla nobiltà, dall’interiorità e non da ultimo dalla meravigliosa semplicità della sua natura
Dal libro “Goethe” di A.Schweitzer